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Pet therapy e autismo: benefici dei cani nei bambini

Bambina con cane sulla neve sotto la nevicata invernale

I cani possono offrire un valido supporto ai bambini nello spettro autistico, favorendo motivazione, calma e contatto sociale. Diverse ricerche, tra cui lavori pubblicati sul Journal of Alternative and Complementary Medicine, suggeriscono che l’interazione strutturata con il cane può ridurre lo stress e incoraggiare la comunicazione. La pet therapy non sostituisce le terapie tradizionali, ma può integrarle in modo complementare quando è condotta da professionisti qualificati e nel pieno rispetto del benessere animale.

Cosa dice la ricerca

Le evidenze disponibili indicano che la relazione bambino–cane, se guidata con metodo, può:

  • ridurre indicatori di stress (es. comportamento ansioso) e favorire stati emotivi più stabili;
  • aumentare la motivazione alla comunicazione e alla socializzazione (sorrisi, sguardo condiviso, contatti amichevoli);
  • stimolare l’attenzione e il coinvolgimento attraverso attività ludiche strutturate;
  • offrire esperienze sensoriali regolanti grazie al contatto tattile e al ritmo dell’interazione.

Gli effetti variano da bambino a bambino: per questo è importante un percorso personalizzato, con obiettivi chiari e misurabili.

Come funziona un intervento assistito con il cane (IAA)

In Italia si parla di Interventi Assistiti con gli Animali (IAA), che includono:

  • Terapie assistite (TAA): con finalità cliniche e supervisione sanitaria;
  • Educative (EAA): per obiettivi educativi e relazionali;
  • Attività (AAA): momenti ludico-relazionali strutturati.

L’equipe tipica comprende referente di intervento, coadiutore del cane, medico veterinario e, secondo i casi, psicologo, educatore o logopedista. Le sedute (30–60 minuti) avvengono in ambienti idonei, con cani formati, vaccinati e monitorati dal veterinario. Ogni progetto prevede valutazione iniziale, piano individualizzato, monitoraggi e report degli esiti.

Sicurezza e benessere dell’animale

  • il cane deve essere selezionato, formato e idoneo al contesto;
  • pause frequenti, acqua e spazi di defaticamento;
  • interruzione dell’attività ai primi segnali di stress del cane;
  • igiene delle mani prima/dopo l’interazione e ambienti puliti.

Suggerimenti per genitori e caregiver

  • confrontati con lo specialista di riferimento (es. neuropsichiatra, psicologo) per capire se e come integrare gli IAA;
  • scegli strutture e professionisti riconosciuti, chiedendo titoli, assicurazione e protocolli;
  • pretendi obiettivi chiari (es. turnazione, tolleranza all’attesa, richiesta di aiuto) e criteri di valutazione;
  • procedi per gradi: prime conoscenze, routine prevedibili, attività brevi e rinforzi positivi;
  • generalizza i progressi nella quotidianità con semplici giochi di cura e rispetto del cane (spazzolare, guidare al guinzaglio in sicurezza).

Pet therapy e vita quotidiana, anche in viaggio

Se la tua famiglia viaggia con un cane, alcune abitudini possono sostenere il benessere del bambino:

  • mantieni routine prevedibili (orari dei pasti, pause, momenti di gioco calmi);
  • scegli strutture pet-friendly con spazi tranquilli e aree verdi;
  • porta un kit familiare (cuffie, giochi preferiti) e il kit del cane (acqua, tappetino, snack);
  • programma soste regolari per bisogni e movimento in aree di sgambamento;
  • non improvvisare terapie: le attività terapeutiche si svolgono solo con professionisti. In viaggio limita l’interazione a momenti sereni e rispettosi per tutti.

Dove trovare progetti IAA in Italia

In Italia le Linee guida nazionali per gli IAA (Accordo Stato–Regioni 2015) restano il riferimento. Informati presso i servizi sanitari territoriali, gli elenchi regionali degli operatori IAA o centri specializzati. Quando contatti una struttura, verifica:

  • composizione dell’equipe e ruolo del coadiutore del cane;
  • idoneità sanitaria e comportamentale del cane impiegato;
  • piano di intervento scritto, consenso informato e copertura assicurativa;
  • monitoraggio degli obiettivi e report periodici.

Domande frequenti

Il cane di famiglia può fare pet therapy?

Di norma no. Gli IAA richiedono cani selezionati e formati con un coadiutore. Il cane di famiglia può comunque offrire compagnia e routine rassicuranti se l’interazione è guidata e rispettosa.

Quanto dura un percorso?

Dipende dagli obiettivi e dalla risposta del bambino. Spesso si lavora per cicli (es. 8–12 sedute) con verifiche intermedie.

A che età si può iniziare?

Non esiste un’età unica: conta l’idoneità clinica, la tolleranza sensoriale e la disponibilità del bambino all’interazione, valutate dall’equipe.

Conclusioni

Integrata in modo professionale, la pet therapy con il cane può sostenere comunicazione, regolazione emotiva e partecipazione sociale nei bambini autistici. Scegli progetti certificati, tutela sempre il benessere animale e, nella vita quotidiana e in viaggio, privilegia interazioni serene e rispettose per bambino e cane.

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